| Tredici anni dopo Spagna, rossoneri al Ferraris
Clarence Seedorf lo aveva detto lo scorso anno- «prima o poi dovrà tornare ad essere una partita di calcio, senza dimenticare quello che è successo» - e, prima di lui, Cosimo Spagnolo, papà di Vincenzo Claudio, ucciso da Simone Barbaglia, neo diciottenne all’epoca dei fatti. Cosimo Spagnolo, impegnandosi da tempo, contro la violenza negli stadi lo scorso anno si era augurato che, nel ricordo di Spagna, si potesse tornare a vivere Genoa-Milan come una partita di calcio.
Tredici anni e otto mesi dopo il 29 gennaio del 1995, torna Genoa-Milan, dopo il confronto dell’agosto 2007 con il ritorno del Genoa in A. E questa volta la gara potrebbe non essere più vietata alla trasferta dei tifosi milanisti. La notizia (la conferma da fonti vicine all’Osservatorio) circolava da Ferragosto, da quando si è insediato il nuovo organismo sulle manifestazioni sportive. Valutazioni, contatti e confronti in tal senso sono in corso, compresi quelli con le due società.
La chiave di lettura di ogni decisione sarà comunque la prima giornata di campionato. Se, tra l’anticipo di sabato Samp-Inter e le partite di domenica, non ci saranno incidenti e se non ci saranno informative particolari e negative da parte della polizia, per Genoa-Milan i tifosi rossoneri potranno essere al Ferraris.
Il come lo chiarisce indirettamente la lettura dell’ordinanza di ieri pomeriggio che autorizza la trasferta dei tifosi juventini a Firenze e di quelli napoletani a Roma (nonostante domenica sera a San Siro un gruppo di ultrà romanisti avesse esposto striscioni antinapoletani durante la gara di Supercoppa) con alcune limitazioni sui tickets (un solo biglietto a persona, rispetto ai 4 normalmente acquistabili, pur presentando i documenti degli altri destinatari del ticket) e sulla logistica (limitazione dei punti vendita per controlli preventivi già in questa fase).
Se domenica filerà tutto liscio, senza gravi incidenti, anche per Genoa-Milan verrà applicata la stessa procedura: un solo biglietto a persona, definizione dei punti vendita in Liguria e nel resto d’Italia. L’ultima parola spetterà alle informative delle due questure e, in particolare, delle indicazioni che questore e prefetto di Genova forniranno al ministero. La speranza delle autorità genovesi è quella di potere ricostruire una giornata di sport e di calcio, senza tensioni.
L’intenzione è quella di tornare alla normalità dopo tredici anni, senza dimenticare Spagna. Un tentativo (ufficioso) c’era già stato lo scorso anno ad agosto col ritorno del Genoa in serie A.
Ma il confronto nel mondo delle tifoserie non portò a soluzioni concrete.
Adesso a muoversi sono le istituzioni. Il lavoro di preparazione - comunque l’intelligence preventiva c’è sempre - per la gara della seconda giornata di campionato del 14 settembre è avviato.
Il lavoro delle istituzioni, sportive e no, va in questo senso, pur con le restrizioni e prevenzioni illustrate. La memoria non si cancella, come il ricordo di Spagna, ma tentare di tornare alla normalità dopo 13 anni sarebbe una bella lezione di civiltà e un omaggio proprio nei suoi confronti. Non certo un colpo di spugna sul non dimenticare. Perché non provarci e sostenere chi ci prova?
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