| Un testimone: "Erano tutti amici, il sultano lo faceva perché odia la solitudine" Il poliziotto e le belle ragazze per il ricco emiro del Kuwait Paola Cascella Ex agente sotto processo per sfruttamento
Il poliziotto (ora ex) procurava «belle ragazze» ai facoltosi principi delle case regnanti del Kuwait e dell´Arabia Saudita e gliele portava direttamente a domicilio? Sì, ma non si deve pensar male: «Erano tutti amici e quando andavano laggiù, Hamad, (uno dei nababbi ndr), li spesava di ogni cosa: volo, alberghi....ristoranti. Perché lo faceva? E´ un uomo simpatico, di bella presenza....e sa, signor giudice, in quegli ambienti c´è tanta solitudine. Gli facevano compagnia». Ore 10 di ieri, tribunale collegiale: il testimone M.G, chiamato dalla difesa dell´ex poliziotto Marco Passeri, che insieme a Stefano Ravara è accusato di sfruttamento della prostituzione, si dà da fare come può per dimostrare che l´amico è innocente. Con effetti, magari anche assolutori, chissà. Ma soprattutto esilaranti. Passeri un pappone? Impossibile, sarebbe stato ricco, dice l´imprenditore alla pm Morena Plazzi e al presidente Maurizio Passarini. Invece «per lui pagavo sempre io. Con lo stipendio di un poliziotto, mille euro al mese, ci si fa una serata. Anche il Rolex mica era suo. Ci mancherebbe, costa 20mila euro. Glielo prestavo volentieri, a mo´ di ringraziamento: quando era a Riccione fu lui a sgominare la banda dei Rolex». Le auto di lusso: un altro prestito: «Io le ho avute tutte, dalla Ferrari alla Porsche. Bè, sì, gli prestavo anche quelle. A Passeri piaceva apparire». E le ragazze che ballavano nel celeberrimo Pineta di Milano Marittima (una faceva comparsate accanto a Simona Ventura), le ragazze di cui si parla nelle intercettazioni telefoniche il testimone le conosce? «Il Pineta sì, andavamo sempre nei bei locali. Ma le ragazze no, io faccio fatica a ricordare anche quelle che ho conosciuto ieri sera. Figuriamoci nel 2004». Di Daniela, Barbara e altre ancora, Hamad parla al telefono con l´amico Ravara che dice a Passeri: «Mi ha chiamato dal Kuwait, vuole organizzare qualcosa, appena finisce il ramadan». Altra telefonata: Passeri descrive le ragazze ad Hamad: «Carine, more ...da sette e mezzo...lavorano in tivù». Incalza l´altro: «Trombano o no?». Passeri: «Per me sicuro, sono sveglie, se gli fai un regalino...una cosa, un´altra...Io dico che ti piace di più quella bassettina. L´altra la più alta, ha le tette grosse perché se le è rifatte. Sì, sono belle». Ma Hamad non si fida, vuole un´e-mail con le foto. Anche perché «fratello, con questi soldi io e te possiamo scopare dieci modelle in Libano». Passeri è d´accordo: «Va bè, te le scopi in Italia, fai una trombata e basta. Tanto fanno marchette». I due parlano di altre ragazze conosciute in Sardegna «alle feste di Cavalli, lo stilista». Ma l´arabo vuole una ragazza «per fidanzarmi....trovala per me al Motor show». Il processo nasce da un grave fatto di sangue, l´omicidio nell´aprile 2004 di un poliziotto della stradale durante la rapina di una partita di droga. Nell´ambito di quelle indagini una fonte confidenziale rivelò alla polizia che un poliziotto, Passeri appunto, conosceva persone coinvolte nella rapina. Fu così che l´agente finì intercettato. I suoi colleghi registrarono alla fine del 2004, alcune conversazioni sue con il gestore di discoteche e con un personaggio arabo, Hamad (per l´accusa membro della famiglia regnante del Kuwait) dove si parlava di ragazze facili disposte ad andare anche all´estero in cambio di denaro per prestazioni sessuali. (07 dicembre 2007)
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