TO PROTECT AND SERVE..., Per cortesia nessun commento solo articoli e notizie "ufficiali"

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Grifoni*Ovunque
view post Posted on 29/11/2007, 15:49




Un gruppo di carabinieri e vigili urbani picchiavano e rapinavano stranieri e spacciatori durante falsi posti di blocco nella bergamasca.

Violenti. Razzisti. Armati. Li si potrebbe giudicare privi di «valori». O contigui con il «mondo della droga». E pure giovani. Anche se siamo dalle parti di Bergamo, questo non è il ritratto degli scatenati ultras dell'Atalanta. E' molto peggio. E' quanto emerge dall'inchiesta della Procura che si è conclusa ieri con la richiesta di ventuno rinvii a giudizio per la cosiddetta «banda della Panda nera», una squadretta composta da carabinieri e vigili urbani che con attitudine paramilitare aggrediva gli stranieri nella bassa bergamasca.
I carabinieri erano di stanza alla caserma di Calcio (Bg), mentre i vigili urbani lavoravano a Cortenuova (Bg). L'inchiesta, che l'estate scorsa di fatto ha portato all'azzeramente della caserma dei carabinieri di Calcio, è partita in seguito alle denunce di alcune vittime e di un carabiniere della caserma di Treviglio, un altro comune della bergamasca, che aveva notato il comportamento scorretto di alcuni colleghi e che proprio per questo era stato minacciato dal comandante affinché tenesse la bocca chiusa.
Dopo ogni raid punitivo (lo testimoniano le telefonate intercettate tra alcuni degli indagati) i bravi ragazzi in divisa si vantavano pubblicamente delle loro azioni. Come quando il primo giugno scorso un marocchino si era buttato dal tetto di un ipermercato pur di scappare dai vigili: «Questi si buttano nel vuoto pur di non cadere nelle nostre mani», ridacchiavano gli agenti della polizia locale. Evidentemente la fama dei picchiatori in divisa aveva fatto il giro della provincia bergamasca. Entravano in azione ogni venerdì sera con addosso la divisa di ordinanza e a bordo di una Panda nera con targa rubata e di una Punto bianca in dotazione al comune di Cortenuova. Le «forze dell'ordine» utilizzavano alcuni tossicodipendenti della zona come esca per attrarre piccoli spacciatori, poi organizzavano posti di blocco e perquisizioni abusive che quasi sempre si concludevano con pestaggi sistematici. Ma non è tutto, perché le vittime delle aggressioni spesso venivano anche rapinate (soldi, telefonini e droga) e letteralmente terrorizzate. E' agli atti che il maresciallo Massimo Deidda, comandante della caserma dei carabinieri di Calcio, si era vantato di aver fatto urinare dalla paura una ragazza marocchina fermata per uno dei tanti controlli del venerdì sera.
L'inchiesta, che lo scorso luglio aveva portato alla rimozione degli indagati (alcuni sono stati arrestati), aveva letteralmente colto di sorpresa tutti i politici locali e cittadini: «Sono delle brave persone e non voglio pensare che avessero un comportamento da dottor Jekyll e mister Hide», aveva commentato a caldo il sindaco di Cortenuova.
 
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nord85
view post Posted on 4/12/2007, 00:56




http://www.ansa.it/opencms/export/site/not...l_42010834.html


POLSTRADA, CORROTTI CON MOZZARELLA, 4 ARRESTI

NAPOLI - Tra le accuse loro rivolte anche quella di aver fatto passare ad un controllo un furgone carico di latticini in cambio di qualche mozzarella e di qualche bottiglia di bibite. O ancora di aver chiuso gli occhi durante i controlli lungo le strade di autoveicoli appartenenti a loro conoscenti. Così quattro agenti della polizia stradale della Campania sono stati arrestati. Per altri cinque, anche essi sottoposti a indagini ma che avrebbero responsabilità minori, è scattata la sospensione dal servizio. I nove agenti finiti nei guai prestavano servizio tra le province di Caserta e di Napoli. Il primo episodio di corruzione, secondo quanto hanno accertato gli investigatori, sarebbe avvenuto proprio lungo le strade della provincia di Caserta.

Ad indagare sui nove agenti finiti nei guai sono stati per circa un anno i loro colleghi della squadra di polizia giudiziaria del compartimento della polizia stradale per la Campania e per il Molise, della sezione di Caserta e della sottosezione autostradale di Caserta Nord che hanno cercato di far luce su diversi episodi. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini hanno preso il via a seguito della segnalazione da parte di un automobilista giunta proprio al compartimento della polizia stradale. I quattro agenti arrestati sono stati condotti nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.
 
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Pitote
view post Posted on 4/12/2007, 11:31




tutte le news sull'assassinio di federico aldrovandi si trovano qui

http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/

e abuso di questo spazio per aggiornare la situazione riportando l'ultimo post di quel blog:

CITAZIONE
Sabato, 1 Dicembre 2007
li capisco

All’ipocrisia non c’è limite. Dopo le dichiarazioni ipocrite fatte alla prima udienza dagli imputati di condivisione del nostro dolore (quando tra l’altro qualcuno di loro mi aveva querelata), dopo le promesse dei loro difensori di non buttare fango sulla memoria di mio figlio, ecco il puntuale linciaggio che all’udienza è stato compiuto della memoria di Federico da parte loro.

Ma li capisco, perché:

dopo la testimonianza rese di fronte al gip da Anne Marie

dopo la testimonianza resa da alcuni residenti al Pm dott. Proto

dopo le risultanze scientifiche obiettive dei periti nominati dal giudice che hanno stabilito non solo che la quantità di droga assunta da Federico quella notte era pressochè nulla, ma anche che essa non ha avuto alcuna influenza sulla sua morte, che è arrivata, non lo si dimentichi, mentre veniva percosso violentemente a calci e a manganellate mentre chiedeva aiuto perchè non riusciva a respirare, così come descritto nel capo di imputazione

dopo che alcuni colleghi dei 4 imputati sono finiti a loro volta indagati, ivi compreso colui che aveva partecipato a tutte le indagini a fianco della dott.ssa Guerra per falso e abuso in atti d’ufficio

dopo che un alto funzionario della Digos ha testimoniato le evidenti anomalie riguardanti anche, tra l’altro, i manganelli che erano scomparsi dalla scena del delitto e poi ricomparsi successivamente, ed ha rivelato di essere stato minacciato dalla stessa persona che ha importunato alcuni testimoni durante il processo

dopo tutto questo l’unica cosa che rimane a questi soggetti è quella di fare sempre le stesse domande, 50 volte, sullo stesso singolo episodio, per far sì che chi vi abbocca (e sono tanti) abbia la suggestione che si sia trattato di 50 episodi e non di uno.

Per queste persone è facile accusare un morto, perchè questo non si può difendere.

Un morto che però non ha mai spacciato droga a minori, nè a nessun altro, ma che viene trattato peggio per il solo fatto di essere stato ucciso da dei poliziotti e di non avere dei genitori importanti.

NOI VOGLIAMO SOLO GIUSTIZIA

http://it.youtube.com/watch?v=m3Cnvmn1Cas

da Spal - Giulianova del 21/11/07 Giustizia!

 
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Pitote
view post Posted on 5/12/2007, 08:37






Arrestato il capo della squadra mobile di Gorizia Carlo Lorito. E' accusato di aver favorito alcuni trafficanti di droga, l'uomo è anche del direttivo regionale del sindacato di polizia della Cgil



Più passano le ore è più i contorni dell'arresto del capo della squadra mobile di Gorizia Carlo Lorito, si fanno più chiari, l'ordine d'arresto è arrivato da Trieste, dai sostituti procuratori che conducono le indagini, Lucia Baldovin e Raffaele Tito, mentre c'è anche da registrare una dichiarazione del procuratore capo della Dda di Trieste Nicola Maria Pace, secondo cui il “perimetro delle indagini che hanno portato all'arresto di Carlo Lorito sarebbe ancora in pieno corso".

Secondo l'ipotesi accusatoria il capo della Squadra Mobile di Gorizia, avrebbe favorito, rivelando fra l'altro segreti d'ufficio, una organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, in cambio di cocaina, in sostanza secondo l'ipotesi accusatoria Lorito dava copertura ed informazioni sulle indagini alla banda.

L'indagine, come già detto, è condotta dalla Procura della Repubblica di Trieste ed ha portato all'arresto di altre due persone che averebbero organizzato lo spaccio di cocaina nella provincia di Trieste. I due arrestati sono Fabio Novacco, gestore di alcuni locali notturni a Trieste e Lignano, e Paolo Faranda Tindaro, residente a Treviso.

Secondo indiscrezioni Carlo Lorito, responsabile della divisione anticrimine della Questura ed è anche del direttivo regionale del sindacato di polizia Silp Cgil, sarebbe finito in manette tirato in ballo dal Tindaro, siciliano, che svolge ufficialmente attività di imprenditore nel settore edile. Nel corso di alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali relative ad un incendio doloso, risalente al luglio scorso, di una pescheria in provincia di Trieste. Oltre agli arresti la Squadra mobile di Trieste ha effettuato numerose perquisizioni.
 
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Grifoni*Ovunque
view post Posted on 5/12/2007, 08:39




..peccato se erano rumeni prendevano la prima pagina dei giornali..

Modena: 3 poliziotti ed 1 carabiniere in banda specializzata in furti e rapine

Modena - Tre poliziotti e un carabiniere tra i dodici appartenenti a un'associazione per delinquere che ha messo a segno rapine a mano armata, furti ed estorsioni in tutto il modenese e che è stata scoperta dal personale della squadra Mobile di Modena con una operazione denominata 'Beatles'.
Ai vertici c'erano due agenti della questura di Modena, entrambi di origini napoletane, che sono stati destituiti dall'incarico all'inizio di quest'anno: i due rifornivano gli esecutori materiali delle rapine di armi, giubbotti antiproiettile e degli strumenti per conoscere in tempo reale gli spostamenti delle forze dell'ordine, mentre con loro agiva anche un altro poliziotto, in forza alla direzione distrettuale antimafia di Napoli.
I tre agenti, con l'aiuto di un pregiudicato residente a Modena, avevano 'assoldato' altri quattro napoletani, che dal settembre 2005 hanno portato a termine numerosi colpi.
L'indagine ha incastrato altre quattro persone, due residenti nel modenese e una nel ravennate, oltre a un carabiniere che all'epoca era in servizio proprio a Modena e che è stato subito trasferito.
 
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Pitote
view post Posted on 5/12/2007, 09:41




CONDANNA PER PECULATO PER CARABINIERE DI ALBENGA

SAVONA. 23 NOV. Deve scontare undici mesi di reclusione, anche se il Pm Alessandro Bogliolo aveva chiesto la condanna fino a tre anni, il carabiniere di 52 anni in forza alla compagnia di Albenga. Era accusato di peculato perché, nel 2001, si era impossessato di un anello (anche se di scarso valore) che apparteneva ad una persona arrestata. In un secondo momento, però, l'uomo aveva restituito il gioiello. Il tribunale non ha creduto alla tesi della difesa, in base alla quale l'anello sarebbe stato trovato dal carabiniere nella sala d'aspetto della caserma, che non l'avrebbe sottratto alla persona arrestata.
23/11/2007
© Copyright Liguria Notizie
 
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Pitote
view post Posted on 5/12/2007, 10:06




POLIZIOTTO SENESE RINVIATO A GIUDIZIO PER VIOLENZA SU GIOVANI


(AGI) - Siena, 27 nov. - Rinviato a giudizio, questa mattina, un poliziotto senese accusato di violenza, violenza sessuale, peculato e abuso d'ufficio. Tutto e' nato dalle denunce di alcuni giovani senesi relative ad alcuni episodi di cui si sarebbe reso responsabile in un arco di tempo compreso tra il 2003 e il 2006. In particolare il poliziotto avrebbe tenuto alcuni comportamenti, che sarebbero andati ben oltre le regole che un agente deve rispettare nel suo lavoro, e tenuti nei confronti dei giovani nel corso di indagini riguardanti l'uso di sostanze stupefacenti. (AGI)
 
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Pitote
view post Posted on 5/12/2007, 10:24




PROSTITUZIONE: FIRENZE, 5 ARRESTI FRA CUI AGENTE PENITENZIARIA


(AGI) - Firenze, 4 dic. - Un agente della polizia penitenziaria di Firenze accusato di essere coinvolto in un giro di prostitute brasiliane: si tratta di M.A., 36 anni, nato a Napoli ma residente a Scandicci (Firenze). E' una delle cinque persone (quattro italiane ed una brasiliana) finite agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione "Brasil", condotta dai carabinieri del nucleo operativo di Firenze. Sono accusate di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, finalizzata al reclutamento di persone destinate alla prostituzione. Il ruolo dell'agente era quello di "sostegno logistico e regolarizzazione sul territorio nazionale", funzioni per le quali percepiva un canone periodico.
Le altre persone arrestate sono una ragioniera, un commerciante, una imprenditrice ed una cittadina brasiliana.
Un'altra brasiliana e' ricercata. I carabinieri calcolano che le prostitute coinvolte, che operavano in vari appartamenti del centro di Firenze (valore di mercato 4 milioni di euro), fossero un centinaio. (AGI)

Racket di ragazze dall'Est ai night, arrestato agente di polizia
L'operazione ha portato al fermo di 6persone, altre 14 indagate e un locale sequestrato
FORLI'-CESENA (20 nov. 2007) - Sei persone arrestate, fra le quali un agente di polizia, altre 14 indagate e un night sequestrato. E' questo il risultato di una operazione della questura di Forlì e del commissariato di Cesena che ha smascherato un gruppo dedito al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di avvenenti ragazze straniere che poi finivano a lavorare in locali notturni di Perugia e della Toscana.
Le indagini, partite nei primi mesi del 2006, hanno portato in carcere Alberto Mazzasette, 56 anni, Diego Castrichini, 29, e Claudio Calistroni, tutti e tre residenti in provincia di Perugia e rispettivamente proprietario e gestori del night club Blue Moon, nel capoluogo umbro, posto sotto sequestro.
In carcere anche Daniel Biscotti, 26 anni, di Perugia e il cesenate Aimone Calboli di 45 anni.
Agli arresti domiciliari l'agente di polizia Massimo Coppola, 35 anni, in servizio all'ufficio stranieri della questura di Prato.
A insospettire la polizia di Cesena le frequenti e ripetute presenze di Biscotti e Calboli negli uffici del commissariato cesenate dove i due presentavano la documentazione di decine di giovani straniere, provenienti da Bulgaria, Romania (al tempo le due nazioni non facevano parte dell'Unione Europea) e dalla Russia.
I due provvedevano anche a versare i tremila euro che ogni ragazza doveva dimostrare di possedere per poter avere diritto al permesso di soggiorno di tre mesi a scopo turistico. I controlli bancari e quelli nelle abitazioni che le giovani indicavano come luogo di residenza hanno ben presto portato alla luce la vera attività delle ragazze, che una volta entrate in Italia finivano a "lavorare" in alcuni locali notturni di Perugia, Prato e Firenze.
Le indagini hanno poi portato alla scoperta che accanto al filone cesenate per far entrare le ragazze (ne sono state identificate una cinquantina, ma si sospetta che, visto il via-vai, nei vari locali monitorati, il giro fosse molto più vasto coinvolgendo centinaia di giovani donne), c'era anche quello umbro-toscano, che poteva contare anche sulla figura di Coppola, la cui posizione, in concorso con gli altri componenti del gruppo, è ancora al vaglio degli inquirenti.

 
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Pitote
view post Posted on 12/12/2007, 14:40




Un testimone: "Erano tutti amici, il sultano lo faceva perché odia la solitudine"
Il poliziotto e le belle ragazze
per il ricco emiro del Kuwait

Paola Cascella
Ex agente sotto processo per sfruttamento

Il poliziotto (ora ex) procurava «belle ragazze» ai facoltosi principi delle case regnanti del Kuwait e dell´Arabia Saudita e gliele portava direttamente a domicilio? Sì, ma non si deve pensar male: «Erano tutti amici e quando andavano laggiù, Hamad, (uno dei nababbi ndr), li spesava di ogni cosa: volo, alberghi....ristoranti. Perché lo faceva? E´ un uomo simpatico, di bella presenza....e sa, signor giudice, in quegli ambienti c´è tanta solitudine. Gli facevano compagnia».
Ore 10 di ieri, tribunale collegiale: il testimone M.G, chiamato dalla difesa dell´ex poliziotto Marco Passeri, che insieme a Stefano Ravara è accusato di sfruttamento della prostituzione, si dà da fare come può per dimostrare che l´amico è innocente. Con effetti, magari anche assolutori, chissà. Ma soprattutto esilaranti. Passeri un pappone? Impossibile, sarebbe stato ricco, dice l´imprenditore alla pm Morena Plazzi e al presidente Maurizio Passarini. Invece «per lui pagavo sempre io. Con lo stipendio di un poliziotto, mille euro al mese, ci si fa una serata. Anche il Rolex mica era suo. Ci mancherebbe, costa 20mila euro. Glielo prestavo volentieri, a mo´ di ringraziamento: quando era a Riccione fu lui a sgominare la banda dei Rolex». Le auto di lusso: un altro prestito: «Io le ho avute tutte, dalla Ferrari alla Porsche. Bè, sì, gli prestavo anche quelle. A Passeri piaceva apparire». E le ragazze che ballavano nel celeberrimo Pineta di Milano Marittima (una faceva comparsate accanto a Simona Ventura), le ragazze di cui si parla nelle intercettazioni telefoniche il testimone le conosce? «Il Pineta sì, andavamo sempre nei bei locali. Ma le ragazze no, io faccio fatica a ricordare anche quelle che ho conosciuto ieri sera. Figuriamoci nel 2004». Di Daniela, Barbara e altre ancora, Hamad parla al telefono con l´amico Ravara che dice a Passeri: «Mi ha chiamato dal Kuwait, vuole organizzare qualcosa, appena finisce il ramadan». Altra telefonata: Passeri descrive le ragazze ad Hamad: «Carine, more ...da sette e mezzo...lavorano in tivù». Incalza l´altro: «Trombano o no?». Passeri: «Per me sicuro, sono sveglie, se gli fai un regalino...una cosa, un´altra...Io dico che ti piace di più quella bassettina. L´altra la più alta, ha le tette grosse perché se le è rifatte. Sì, sono belle». Ma Hamad non si fida, vuole un´e-mail con le foto. Anche perché «fratello, con questi soldi io e te possiamo scopare dieci modelle in Libano». Passeri è d´accordo: «Va bè, te le scopi in Italia, fai una trombata e basta. Tanto fanno marchette». I due parlano di altre ragazze conosciute in Sardegna «alle feste di Cavalli, lo stilista». Ma l´arabo vuole una ragazza «per fidanzarmi....trovala per me al Motor show».
Il processo nasce da un grave fatto di sangue, l´omicidio nell´aprile 2004 di un poliziotto della stradale durante la rapina di una partita di droga. Nell´ambito di quelle indagini una fonte confidenziale rivelò alla polizia che un poliziotto, Passeri appunto, conosceva persone coinvolte nella rapina. Fu così che l´agente finì intercettato. I suoi colleghi registrarono alla fine del 2004, alcune conversazioni sue con il gestore di discoteche e con un personaggio arabo, Hamad (per l´accusa membro della famiglia regnante del Kuwait) dove si parlava di ragazze facili disposte ad andare anche all´estero in cambio di denaro per prestazioni sessuali.
(07 dicembre 2007)

 
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Pitote
view post Posted on 15/12/2007, 14:31




L’accusa:
il vigile intascò
89.000 euro


Indagini concluse nei confronti di Gustavo Garifo, il cinquasettenne funzionario della polizia municipale di Genova accusato di peculato e accesso indebito al sistema informatico dei vigili urbani. Il sostituto procuratore Francesco Pinto, titolare dell’inchiesta, ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari aggravando ulteriormente la posizione del funzionario: secondo i primi accertamenti infatti Garifo si sarebbe appropriato di 16 mila euro, lievitati a 89 mila sulla base della relazione effettuata dal perito dell’aaccusa.

Garifo era stato arrestato il 3 ottobre scorso e posto agli arresti domiciliari, poi revocati.

Secondo l’accusa Gustavo Garifo, funzionario della polizia municipale di Genova, con mansioni di responsabile dell’Ufficio cassa del reparto contravvenzioni, nonché consigliere provinciale, capogruppo dell’Italia dei Valori, sarebbe entrato con la sua chiave d’accesso nel sistema informatico dell’Ufficio contravvenzioni, modificando la ricevuta elettronica redatta da personale del suo ufficio per far figurare un importo minore di quello effettivamente versato dagli automobilisti per una multa, e si sarebbe intascato la differenza: in pochi mesi avrebbe racimolato 89 mila euro.

Interrogato dal Gip e quindi dal pm il funzionario si è sempre difeso: «Non ho mai preso un euro dei soldi delle multe. Sono sicuro che verrà accertato un malfunzionamento del sistema informatico dei nostri uffici. Qualcosa, durante le operazioni di inserimento dei dati, che ha modificato gli importi delle sanzioni pecuniarie incassate. Questa tempesta mediatica mi ha distrutto...».

Garifo ha sempre respinto categoricamente le accuse di peculato e accesso abusivo al sistema informatico, aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, che gli vengono mosse.

Il pm Pinto, che nelle indagini aveva preso in considerazione un periodo di tre mesi, dal 9 luglio a metà settembre scorsi evidenziando appunto un accantonamento di 16 mila euro, ha disposto uno screening su un più ampio segmento temporale, dal gennaio 2006 all’ottobre 2007 che ha fatto appunto lievitare le cifre. Gli investigatori (è la stessa Municipale che svolge gli accertamenti come polizia giudiziaria, su delega del magistrato titolare dell’inchiesta) hanno preso dunque in considerazione gli ultimi venti mesi dell’Ufficio cassa del reparto contravvenzioni, che proprio dalla metà del 2005 era retto dal commissario capo Gustavo Garifo, oggi sospeso dall’incarico.

«Accerteremo con indagini se il software per l’incasso delle multe abbia o meno un malfunzionamento, cosa che sospettiamo - aveva detto il legale di Garifo, l’avvocato Ersilio Gavino -. Il mio cliente, incensurato e persona molto corretta, è sicuramente estraneo ai fatti contestati e in buona fede». A Gustavo Garifo, oltre alla misura dei domiciliari, è stato fatto divieto di utilizzare il computer. Secondo l’accusa, con la sua password entrava nel sistema informatico, modificava la ricevuta elettronica e intascava la differenza direttamente dalla borsa del contante pagato dal cittadino multato.
 
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Pitote
view post Posted on 17/12/2007, 09:43




Poliziotto
e medico
indagati per il prete


Un poliziotto ed un medico indagati per aver avvisato padre Francesco Di Rienzo (nella foto) della scabrosa indagine per abusi sessuali che lo riguardava. E pertanto sono finiti a loro volta sotto inchiesta e potrebbero essere chiamati a rispondere di rivelazioni di atti d’ufficio e favoreggiamento.

L’ex cappellano dell’ospedale civile di Imperia, ora trasferito a Torino, è invece accusato di aver toccato nelle parti intime un adolescente figlio di una dipendente dell’ospedale. Padre Francesco, tutelato dall’avvocato Carlo Fossati, ha però negato tutto. «Sono soltanto accuse infamanti - ha detto il sacerdote - nei confronti di chi, come me, ha sempre e soltanto fatto del bene al prossimo». Ma le indagini vanno avanti e la scorsa settimana poliziotto e medico, entrambi assistiti dai rispettivi legali di fiducia, sono stati interrogati, il primo negli uffici della procura della Repubblica, l’altro in quelli della Questura. Nei due palazzi le bocche sono cucite, ma da quel che trapela dal fitto riserbo, («Non ho nulla da dire», taglia corto il sostituto procuratore, Maria Paola Marrali), pare che poliziotto e medico abbiano fatto in modo che il sacerdote sapesse che la polizia stava svolgendo la delicata indagine che lo riguardava.

In particolare i poliziotti della squadra mobile diretti dal commissario Raffaele Mascia, stavano investigando in seguito alla denuncia di una mamma la quale, nero su bianco, aveva raccontato che il figlio adolescente era stato oggetto di attenzioni particolari da parte del prete. Il fatto era venuto alle orecchie del religioso (proprio da questo ha preso le mosse la seconda tranche di indagine che vede oggi iscritti nel registro degli indagati poliziotto e medico) il quale aveva iniziato a dire in giro di essere vittima di voci false. Ma l’inchiesta, ovviamente, è andata avanti arricchendosi di particolari e sdoppiandosi. Da una parte il fascicolo per abusi sessuali con il nome del padre camilliano; dall’altra quello per rivelazione di atti d’ufficio e favoreggiamento con due persone sottoposte a indagine: il poliziotto, alla soglia della pensione, che avrebbe “curiosato” in questura per verificare l’esistenza di una indagine a carico del prete, e il medico che successivamente avrebbe avvisato l’ex cappellano riferendogli che la polizia stava verificando l’attendibilità di una denuncia per abusi sessuali che lo riguardava.

E’ possibile che poliziotto e medico siano stati mossi da amicizia nei confronti del sacerdote, di fatto però la loro intrusione potrebbe aver compromesso la prosecuzione dell’indagine della procura a carico del prete, indagine che va avanti da qualche mese e che dovrebbe essere prossima a conclusione. Nel frattempo all’ospedale è arrivato un nuovo cappellano, padre Andrea Tarkowski, anch’egli appartenente all’ordine dei camilliani, che raccoglie l’eredità di un predecessore comunque dinamico e di grande iniziativa: padre Francesco nei cinque anni in cui si è fermato a Imperia ha promosso corsi di formazione con interventi di medici, personale Avo e assistenti sociali, realizzato opuscoli legati ai servizi per le “anime” dei degenti e organizzato alcune giornate di volontariato in cui sono stati premiati gli addetti impegnati nell’assistenza. L’ex cappellano a questo punto è in attesa di destinazione. Sembra, ma non è ancora definitivo, che la sua futura sede torinese possa essere l’ospedale Sant’Anna, specializzato in Ginecologia e Pediatria.
 
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Grifoni*Ovunque
view post Posted on 21/12/2007, 09:05




fonte adnkronos.it

Lisbona, 19 dic. - (Adnkronos/Dpa) - La polizia angolana ha ucciso per errore due giovani attori che stavano girando in strada una scena di un film sulla delinquenza giovanile, riferisce oggi l'agenzia stampa portoghese Lusa. Il tragico episodio e' avvenuto lunedi' a Luanda, nel violento quartiere di Sambizanga, ma e' stato reso noto solo d'oggi dopo l'arresto dei poliziotti responsabili, che non avrebbero rispettato le procedure.
 
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Pitote
view post Posted on 21/12/2007, 16:15




21 dicembre 2007
Tre ispettori Ps a giudizio a Genova per spaccio

Il gup Daniela Faraggi ha concesso questa mattina, nel corso dell’udienza preliminare, il rito abbreviato ai tre ispettori della sezione narcotici della squadra mobile di Genova, accusati di aver spacciato droga dal 1995 al 2006. L’udienza è stata quindi rinviata per la discussione al 24 gennaio.

Gli imputati sono Giovanni Sivolella, 52 anni, Andrea Percudani, 41 anni, e Giuseppe Berlingardo, di 52 anni. I poliziotti devono anche rispondere di peculato e falso. A far scattare le indagini erano state le dichiarazioni di un pentito, Mario Judica, uno spacciatore che nel febbraio scorso, incastrato dalla Guardia di Finanza, accettò di mettersi addosso una microtelecamera per filmare il pagamento di una partita di droga ai poliziotti.
 
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Pitote
view post Posted on 27/12/2007, 10:12




Sparatoria con feriti a Cassino,
fermato un agente di Genova


Un agente di custodia che presta servizio a Marassi, Dario Pinchera di 22 anni, è stato fermato ieri sera a Cassino (Frosinone) poiché considerato il responsabile di una sparatoria avvenuta nel pomeriggio, che ha causato due feriti, Marco Di Maggio e Fabio Scardamaglia.

Tutti e tre i protagonisti dell’episodio furono indagati, e le loro posizioni poi archiviate, per il lancio di un sasso di 41 chili sull’A1 che il 13 agosto 2005 provocò la morte di Natale Gioffré Ad avere la peggio è stato Di Maggio, colpito da una pallottola alla coscia. I medici dell’ospedale Santa Scolastica lo hanno sottoposto a un delicato intervento chirurgico per estrarre la pallottola rimasta all’interno della coscia, scongiurando il rischio di un’emorragia: la prognosi è di 25 giorni. Meno grave la condizione di Fabio Scardamaglia - giudicato guaribile in 12 giorni - che ha comunque una seria lesione a un braccio.

Erano da poco trascorse le 17 di ieri quando le due “vittime”, a bordo di una Fiat Tempra station-wagon, stavano percorrendo via Vado Cerro a Cassino. I due giovani sono stati avvicinati da una Golf con a bordo due fratelli, uno dei quali guardia penitenziaria nel capoluogo ligure. Non si conoscono ancora, con precisione, i motivi della lite che ha spinto l’uomo a impugnare la pistola e fare fuoco. Dalle prime notizie sembra che i tre protagonisti avessero avuto un’altra discussione la notte precedente, nelle vicinanze di un locale, e Pinchera avrebbe dato appuntamento ai due conoscenti per il pomeriggio successivo. La notizia ha mandato in fibrillazione il carcere genovese di Marassi, dove lavorano centinaia di agenti che per tutta la serata si sono affannati alla ricerca di informazioni.
 
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Pitote
view post Posted on 4/1/2008, 16:32




Il costoso caffe' del capo del Reparto mobile


L´Espresso: il rito si ripete tutti i giorni alle 17, con autista e mezzo di servizio, da Paszkowski
Auto della Polizia verso il caffe Paskowki in piazza della Repubblica
Auto della Polizia verso il caffe' Paskowki
in piazza della Repubblica
Un caffè può costare non un euro ma molto di più, se per prenderlo al bar si usa un´auto di servizio con autista e se si dà appuntamento per questo rito ad altri dipendenti che usano lo stesso sistema.

E´ il caso sviluppato in un servizio di cui l´Espresso, in edicola domani, ha anticipato il contenuto e che riguarda il capo dell´VIII Reparto Mobile della polizia a Firenze, Fabio Cilona. Secondo il settimanale, ogni giorno il dottor Cilona si fa accompagnare dall´autista sulla macchina di servizio a 4 km e mezzo dal suo ufficio. «Ma siccome a bere il caffè da soli non c´è gusto, al costo di quel caffè va aggiunto quello dei suoi vice, che lo raggiungono nello stesso bar, sempre con autista e auto di servizio, anche dalla sede periferica dell´ufficio, per un viaggio che, fra andata e ritorno, misura 14 km».

Il rito - sostiene l´Espresso - si ripete ogni giorno alle 17 al Caffè Paszkowski, in piazza della Repubblica. «L´autista di Cilona, in uniforme, si alza dalla sedia e parte dal comando di Poggio Imperiale per andare a prendere a casa il suo dirigente, che abita a 8 km di distanza, a bordo di una Alfa Romeo "in borghese"».

Alla stessa ora convergono nello stesso bar «i suoi vice, tutti commissari o vice questori», accompagnati da auto di servizio. «Tutto questo - polemizza l´Espresso - in una città dove, a fronte di 599 rapine, 114 violenze sessuali, sette omicidi, 2.512 furti in casa e 6.500 scippi o borseggi, di notte circolano solo 5 volanti della questura e nemmeno un commissariato resta aperto dopo le 20, nonostante gli 8 milioni di presenze turistiche ogni anno». Gli incontri al bar del dirigente dell´VIII Reparto Mobile vengono criticati dall´Espresso anche perché il dirigente, noto per la sua severità, ha punito l´estate scorsa un agente che, in servizio di ordine pubblica a Roma, aveva ottenuto il permesso di recarsi in un bar a prendere un caffè ma poi era andato in un bar diverso (sembra perché nel primo c´era una lunga coda alla cassa).

Dalla questura di Firenze non arrivano reazioni ufficiali. Si fa notare, però, che se un dirigente di polizia viene pedinato, controllato, fotografato e alla fine si scopre solo che va a prendere il caffè in centro con i colleghi, ciò significa che è una persona onesta.
(04 gennaio 2008)
 
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