TO PROTECT AND SERVE..., Per cortesia nessun commento solo articoli e notizie "ufficiali"

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Pitote
view post Posted on 23/6/2007, 18:07




BAGNASCO, UN EX CARABINIERE HA INVIATO I PROIETTILI
GENOVA - E' un ex carabiniere di 43 anni, espulso dall'Arma nel marzo di quest'anno per motivi disciplinari dopo una condanna penale, l'uomo denunciato dalla digos di Genova con l'accusa di avere mandato il 9 giugno scorso la lettera con tre proiettili all'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, mons. Angelo Bagnasco.

La vicenda che fa da retroscena, e da movente, nasce in Alta Val Tanaro, a Garessio, 3.500 abitanti, ultimo luogo di lavoro del militare che avrebbe agito per vendetta nei confronti della donna con cui ha avuto una relazione alcuni mesi fa, poco prima di essere espulso. Poi, quando lei gli ha detto che la storia era conclusa, E.C. non si è rassegnato ed ha cominciato a perseguitarla con atteggiamenti intimidatori utilizzando il fatto che era un militare dell'Arma dei carabinieri.

Dopo l'ennesima minaccia (richieste di prestazioni sessuali per evitare controlli all'attività lavorativa della donna), lei si é rivolta ai carabinieri della Compagnia di Mondovì (Cuneo) che all'inizio di maggio ha arrestato l' ex militare con l'accusa di concussione. L'uomo è attualmente agli arresti domiciliari nel pinerolese, zona di cui è originario.
 
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Pitote
view post Posted on 24/6/2007, 20:37




24 giugno 2007
La tortura come «metodo»
nelle indagini sulle Br

Il capo operativo dei “Cinque dell’Ave Maria”: «Negli ultimi anni, la polizia non si è mai trovata in frangenti tanto estremi se non al G8, forse»Matteo Indice

Per liberare nel 1982 il generale americano Dozier rapito dalle Br si arrivò alla «tortura, scientifica, di due fiancheggiatori, messa in pratica in una chiesa sconsacrata a Verona».

Questo in sintesi il metodo che portò alla risoluzione del sequestro Dozier raccontata da Salvatore Genova, all’epoca dei fatti il commissario della Digos genovese “aggregato” all’Ucigos che si occupò proprio delle operazioni di liberazione del generale e che nei giorni scorsi ha rivelato l’esistenza della squadra di torturatori, nota come i “Cinque dell’Ave Maria”. Il Secolo XIX ha intervistato in esclusiva sia Salvatore Genova sia il capo operativo della squadra di torturatori, che per ora preferisce rimanere sotto anonimato.

Il generale americano James Lee Dozier, vicecapo della Nato in Italia venne rapito dalle Br a Verona il 17 dicembre 1981 e liberato a padova il 28 gennaio 1982. I metodi usati per raggiungere questo risultato, secondo il super-funzionario , impressionarono «persino la Cia».

Dopo la liberazione del generale, almeno 100 milioni delle vecchie lire furono distribuiti “informalmente” fra alcuni “pentiti”, le cui rivelazioni diedero impulso decisivo alla soluzione dell’inchiesta: gli stessi pentiti, ovviamente, non rivelarono mai nulla di preciso sulle sevizie. È questa la ricostruzione, dettagliata e inedita, raccolta dal Secolo XIX direttamente da due dei funzionari di polizia che parteciparono alle fasi più delicate di quell’operazione.

Di uno, Salvatore Genova abbiamo rivelato nei giorni scorsi l’identità. L’altro l’abbiamo raggiunto a Napoli, ed è il superpoliziotto che guidava saltuariamente “Cinque dell’Ave Maria”, una squadra specializzata in interrogatori violenti. Ne rispettiamo, al momento, la richiesta dell’anonimato.

Ma le loro dichiarazioni colmano la lacuna che il sostituto procuratore di Padova Vittorio Borraccetti e il giudice Roberto Aliprandi, presidente della Corte d’Assise che giudicò alcuni agenti incriminati per il pestaggio dei br sequestratori (ma non dei fiancheggiatori, ndr) descrissero nella requisitoria e nella sentenza di primo grado. Rimarcarono che non soltanto i poliziotti imputati compirono le torture, «e comunque non di propria iniziativa ma su ordine di persone più alte in grado».

Nell’atto giudiziario venivano citati esplicitamente, quali «autori di un comportamento omissivo», l’allora capo dell’Ucigos Gaspare De Francisci e Umberto Improta, ai tempi funzionario della stessa divisione e in seguito prefetto di Napoli.

«I metodi forti sono stati usati in emergenza – ha affermato il super-funzionario- e sempre dopo aver avuto la certezza oggettiva di trovarsi davanti il reo, le cui rivelazioni sarebbero state decisive per salvare delle vite».

«La tortura – racconta il super-poliziotto- è l’unico modo, soprattutto quando ricevi pressioni per risolvere il caso costi quel che costi. Se ci sei dentro non ti puoi fermare o staccare il biglietto, e come un chirurgo che ha iniziato un’operazione, devi andare fino in fondo. Quelli dell’Ave Maria esistevano, erano miei fedelissimi che sapevano usare tecniche “particolari” d’interrogatorio, a dir poco vitali in certi momenti».

«Negli ultimi anni, la polizia - continua il capo operativo dei “Cinque dell’Ave Maria”- non si è mai trovata in frangenti tanto estremi se non al G8, forse. Ma lì è mancata la professionalità, sono state usate le persone sbagliate, i tempi sbagliati, specie per l’irruzione alla scuola Diaz».
 
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Grifoni*Ovunque
view post Posted on 28/6/2007, 14:42




File audio scaricabili qui..
http://www.radiondadurto.org/


BRESCIA: POLIZIOTTI RUBANO SOLDI E DROGA AI FERMATI
[19.06, 22 Giu.]
Tre arresti e due obblighi di dimora emessi nei confronti di cinque poliziotti in servizio a Brescia città. E' questo il bilancio dell' operazione che ha portato alla luce le responsabilità di alcuni poliziotti accusati di aver sottratto droga e soldi alle persone, soprattutto tossicodipendenti, che fermavano durante i controlli di routine. Le accuse sono molteplici e pesanti: omissione e abuso d'atti d'ufficio, peculato, rapina, calunnia e falso in atto pubblico. Vi proponiamo le valutazioni di Gualtiero Michelucci, padre di un ragazzo tossicodipendente che alcuni anni fa venne brutalmente picchiato durante un fermo di polizia e di Marco Dotti, operatore di "progetto strada". A seguire poi vi proponiamo delle testimonianze choc raccolte a Brescia città di alcuni tossicodipendenti che raccontano le violenze, i ricatti e gli abusi delle quali sono state vittime in più occasioni da parte di uomini in divisa.
[Scarica il contributo audio, durata: 20'.47'']


BRESCIA: TESTIMONIANZA CHOC /1
[18.55, 22 Giu.]
La testimonianza di un giovane migrante 25enne nordafricano, da anni residente a Brescia, vittima di ricatti da parte di poliziotti e carabinieri.
[Scarica il contributo audio, durata: 5'.4'']


BRESCIA: TESTIMONIANZA CHOC /2
[18.53, 22 Giu.]
La testimonianza di due tossicodipendenti bresciani, un uomo e una donna, che sono a conoscenza dei ricatti e violenze che gli uomini in divisa in servizio a Brescia hanno compiuto nei confronti dei tossicodipendenti locali.
[Scarica il contributo audio, durata: 8'.39'']


BRESCIA: TESTIMONIANZA CHOC /3
[18.50, 22 Giu.]
La testimonianza di una transessuale bresciana vittima di violenze e ricatti a sfondo sessuale da parte di poliziotti e carabinieri a Brescia.
[Scarica il contributo audio, durata: 5'.56'']

 
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LaHinchadaQueNuncaAbandona
view post Posted on 6/7/2007, 02:04




Carabinieri e vigili urbani in manette Pestavano e aggredivano extracomunitari
BERGAMO - Viaggiavano a bordo di un'auto con targa rubata, che utilizzavano per organizzare perquisizioni e sequestri abusivi di telefoni cellulari, droga e denaro. E in alcuni casi si sarebbero resi responsabili di aggressioni e pestaggi. Sono i sette carabinieri e i due vigili urbani raggiunti da ordinanze di custodia cautelare emessi oggi dal Gip di Bergamo. Le accuse riguardano diversi episodi di violenza nei confronti di extracomunitari, come aggressioni, pestaggi, sequestro abusivo di oggetti. L'inchiesta è cominciata dopo una denuncia di un carabiniere in servizio alla compagnia di Treviglio, il cui comandante è nell'elenco degli indagati. In carcere per ora sono finiti due carabinieri della stazione di Calcio e un vigile urbano di Cortenuova. Un altro carabiniere (sempre della stazione di Calcio) e un altro agente (Cortenuova) sono invece agli arresti domiciliari. Coinvolto anche un bergamasco, di cui al momento non si hanno altre informazioni. Sei i divieti di dimora, quattro in provincia di Bergamo e due a Calcio. Secondo le accuse, gli indagati si sarebbero resi responsabili di otto episodi di violenza in provincia di Bergamo, nel corso del 2007, a carico perlopiù di cittadini extracomunitari. Nei guai è finito anche il comandante della Compagnia di Treviglio, Massimiliano Pani. Per lui il giudice per le indagini preliminari ha chiesto il divieto di dimora in provincia di Bergamo. Il reato contestato è di intimidazione nei confronti di due carabinieri che avrebbero manifestato la volontà di denunciare i fatti di cui erano a conoscenza. Entrambi però non si sono lasciati intimorire e uno dei due ha presentato la denuncia e l'altro l'ha confermata. (5 luglio 2007)
 
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Pitote
view post Posted on 10/7/2007, 21:29




10 luglio 2007
Le due prostitute:
«È lui il poliziotto che ci ha violentato»
La difesa: «Non potevano non conoscerlo, era l’unico addetto alle guardine»

Lo hanno indicato in mezzo ad altri uomini, nascoste da una parete di vetro, come si vede spesso nei film. Due prostitute romene hanno riconosciuto l’uomo che le avrebbe stuprate: Massimo Pigozzi, 44 anni, assistente capo dell’Ufficio di Gabinetto della questura. Il poliziotto è attualmente sospeso dal servizio.

Il riconoscimento è avvenuto durante un confronto all’americana, svoltosi stamani davanti al gip Daniela Faraggi e al pm Vittorio Ranieri Miniati. Pigozzi, difeso dall’avvocato Nicola Scodnik, è accusato da tre prostitute romene senza permesso di soggiorno (una è tornata in Romania) di averle violentate e palpeggiate mentre erano rinchiuse nella camera di sicurezza della questura. Gli episodi sarebbero avvenuti nel maggio del 2005.

Secondo la difesa Pigozzi era l’unico addetto alle guardine, dunque le donne - fermate per un riconoscimento e portate in questura - lo conoscevano già. Inoltre, durante l’incidente probatorio le due romene avrebbero fornito particolari diversi rispetto alla prima denuncia. Ci sono anche delle incoerenze tra le descrizioni che le due donne hanno dato del luogo dove sarebbe avvenuta la violenza.

Il difensore del poliziotto ha anche sottolineato che una delle due romene, lo stesso giorno della presunta violenza da parte del suo assistito, aveva denunciato un altro poliziotto di averla stuprata per strada. In quell’ occasione la giovane non aveva parlato della violenza subita da Pigozzi.

Pigozzi è anche imputato nel processo per le violenze nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001, con l’ accusa di aver divaricato le dita di una mano ad un manifestante, di 50 anni, provocandogli lesioni gravi.

 
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Pitote
view post Posted on 19/7/2007, 20:29




19 luglio 2007
Spaccio di droga, coinvolto
un terzo poliziotto

Si è costituito presso la guardia di finanza, Giuseppe Bellingardo, 55 anni, sovrintendente in servizio presso la questura di Genova, colpito da ordine di custodia cautelare del gip Lucia Vignale, coinvolto nell’inchiesta del pm Vittorio Ranieri Miniati che aveva portato all’ arresto, nell’inverno scorso, di due poliziotti per spaccio di droga e peculato.

Il sovrintendente che domani comparirà davanti al gip per l’ interrogatorio di garanzia, è accusato di ricezione e detenzione di circa otto chili di cocaina. Agli altri due poliziotti il gip ha contestato ulteriori reati che entrambi avevano confessato durante i successivi interrogatori e che non rientravano nelle contestazioni della precedente misura cautelare.

Secondo quanto si è appreso, uno dei due poliziotti avrebbe chiesto a Bellingardo, difeso dall’avv. Mario Iavicoli, di far sparire gli otto chili di sostanza stupefacente. Nel febbraio scorso erano stati arrestati gli ispettori di polizia Gianni Sivolella e Andrea Percudani.

Il primo, assistito dall’ avv. Gianstefano Torrigino, durante l’ interrogatorio, avrebbe affermato di aver ceduto un chilo di cocaina, del valore di circa 70.000 euro ad un pregiudicato genovese, ex confidente. I due ispettori avrebbero concordato con l’ ex confidente la cessione, a rate, della partita di cocaina; la prima parte della somma, 5000 euro, doveva essere consegnata nei pressi del centro commerciale della Fiumara dove Sivolella fu fermato dalla Finanza mentre Percudani che si trovava nei pressi, si era allontanato. I due poliziotti avevano sostenuto davanti al gip che era loro intenzione aiutare l’ ex confidente che era uscito da poco dal carcere e senza lavoro.(ANSA). Battute: 1683 Parole : 262
 
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Grifoni*Ovunque
view post Posted on 20/7/2007, 08:08




20 Luglio

Ma quale verita' .. ma quale giustizia ?!

Ciao Carlo
 
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Pitote
view post Posted on 20/7/2007, 20:41




19 luglio 2007
Interrogato
il terzo agente

Ha ammesso di avere preso nella cassaforte della Questura un pacco con dentro nove chilogrammi di cocaina, di averlo portato via e buttato nell’entroterra genovese solo per fare un favore ai colleghi, non per tornaconto personale.

È quanto ha dichiarato in mattinata - durante l’interrogatorio di garanzia, durato circa due ore - Giuseppe Bellingardo (55 anni), ex poliziotto della Narcotici genovese finito in carcere con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente.

Prima di lui, che si è costituito, nell’inverno erano stati arrestati dalla Finanza, su richiesta del pubblico ministero, Vittorio Ranieri Miniati, due ex colleghi, entrambi funzionari della Narcotici, Andrea Percudani e Gianni Sivolella, con la stessa ipotesi di accusa.

A incastrare Bellingardo, secondo l’accusa, ci sarebbe un’intercettazione telefonica in cui il collega Percudani, prima di venire arrestato, gli chiedeva: “Hai mangiato il panino?” e Bellingardo rispondeva: “Mangiato, l’ho già digerito”.
 
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Pitote
view post Posted on 24/7/2007, 09:29




24/7/2007
Flirt con 12enne,militare arrestato
Palermo, sms e telefonate bollenti

Un maresciallo della Guardia Costiera di Palermo è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale su minore. L'uomo, 35enne sposato con due figli, avrebbe allacciato una relazione con una ragazzina di 12 anni. A denunciare l'accaduto sono stati i genitori della giovane che hanno trovato sul suo cellulare i messaggi "spinti" che il militare inviava. L'uomo si difende: "Era solo uno scherzo".

A rendere nota la vicenda è stata l'edizione locale di "Repubblica". Da quello che è stato fatto trapelare, la sorella della minorenne, insospettita dalle telefonate che la ragazzina riceveva di notte, avrebbe parlato con la madre che ha poi scoperto la tresca. Le indagini, coordinate dal pm Marcello Viola, sono scattate dopo la denuncia dei genitori, che sul cellulare della figlia hanno scoperto alcuni sms che avrebbe ricevuto dal telefonino del militare.

Le intercettazioni sul telefono del maresciallo, sotto controllo per tre settimane, avrebbero svelato la 'passione' del militare verso la dodicenne. La ragazzina è già stata sentita alla presenza di psicologi. Il militare, arrestato nei mesi scorsi ma la notizia è trapelata solo ora, respinge le accuse e parla di 'scherzi' telefonici con la ragazzina.
 
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Grifoni*Ovunque
view post Posted on 2/8/2007, 10:17




Bari: arrestato dirigente polizia

ANSA) - BARI, 1 AGO - Un dirigente della Polizia di Stato, Leonardo De Paola, in servizio a Bolzano e' stato arrestato a Bari, dove si trovava in vacanza.Il capo della Procura della Repubblica Tarfusser, ha spiegato che e' accusato di peculato continuato e aggravato, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e abuso d'ufficio. L'accusa si riferisce a una serie di atti che vanno dall'uso privato dell'auto di servizio, sino alla rendicontazione a carico dello Stato di spese private durante periodi di ferie.
 
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Genoa Rude Boy
view post Posted on 2/8/2007, 10:37




21 Luglio - da "la Repubblica"
Blitz a Reggio Calabria arrestato consigliere AN
E' un poliziotto in aspettativa.Affari con i clan.
 
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Pitote
view post Posted on 3/8/2007, 10:02




Lo scontro tra due gruppi ad Assago per motivi da chiarire
Arrestato il presunto omicida: una guardia giurata di 20 anni
Milano, tragica lite tra ragazzi
diciannovenne ucciso a colpi di pistola

Milano, tragica lite tra ragazzi
diciannovenne ucciso a colpi di pistola

MILANO - Tragica lite tra due gruppi di giovani ad Assago, nel milanese. Un diciannovenne, Antonio di Bella, è morto all'ospedale di San Paolo poco dopo il ricovero colpito al torace da un proiettile di pistola sparato da un coetaneo. A sparare, secondo i carabinieri di Corsico, è stato M.D., 21 anni, guardia giurata, che ha utilizzato l'arma di ordinanza. Prima alcuni proiettili in aria, poi ad altezza uomo. Mortali.

L'omicidio poco dopo le 22 in via Matteotti nella zona centrale di Assago dove due gruppetti di giovani sono venuti alle mani. Ad un tratto uno dei ragazzi ha estratto una pistola sparando alcuni colpi contro i rivali. Un proiettile ha centrato al torace Di Bella che si è accasciato.

Trasportato in ambulanza all'ospedale, il ragazzo, incensurato, è morto poco dopo. I carabinieri di Corsico hanno fermato nella zona il presunto omicida. Era a Trezzano sul Naviglio, in auto con gli altri due giovani del suo gruppo, entrambi operai, di 20 e 19 anni. Tutti e tre sono stati fermati.

Sullo sfondo della lite motivi "banali", scoppiata dopo vecchi rancori fra due gruppi che si conoscevano da tempo. In sostanza, una sorta di bullismo per affermare il predominio nella zona.

(3 agosto 2007)
 
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Pitote
view post Posted on 6/8/2007, 14:19




Fine indagine Dssa: 21 indagati
Rivelarono dati segreti del ministero Interni e di banche
(ANSA) - GENOVA, 6 AGO - Si e' chiusa con 21 avvisi di garanzia l'inchiesta della procura di Genova sul DSSA, il Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo. Era la cosiddetta polizia parallela che aveva tra i suoi affiliati anche appartenenti alle 'vere' forze di polizia.Le ipotesi di reato per tutti(tra cui Gaetano Saya e Riccardo Sindoca,direttore e vice del DSSA)sono:associazione per delinquere per usurpazione di funzioni,rivelazione di segreti d'ufficio e illecito uso di dati del ministero Interni e banche.
 
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RAGAZZA della NORD
view post Posted on 14/8/2007, 13:01




La vittima è una donna serba. In condizioni serie il bambino di sei anni
L'assassino, arrestato, è un italiano di 51 anni. Aveva avuto una relazione con lei
Trento, uccide la ex compagna e ferisce il suo bambino
Colpito anche un fratello di lei. La tragedia davanti a due altre figlie della coppia

Trento, uccide la ex compagna e ferisce il suo bambino

Il paesino di Ronzo-Chienis
TRENTO - Tragedia nel tranquillo paesino di Ronzo-Chienis in Trentino. Un uomo, una guardia giurata di 50 anni, ha ucciso la sua ex convivente e ha ferito gravemente il loro bambino e un fratello di lei. L'omicidio davanti a due gemelline di 5 anni.

AurelIja Panku, una donna serba di 38 anni, e i suoi tre figli, un maschietto di sei anni e due gemelline di cinque si erano trasferiti da poco nella quiete del Trentino. La donna aveva lasciato a Cremona il suo compagno di vita, Claudio Soresinetti, guardia giurata di 51 anni, con il quale negli ultimi tempi i rapporti erano diventati difficili.

Questa sera l'uomo ha fatto fuoco con la pistola d'ordinanza contro la sua famiglia e ha ucciso la donna e ferito gravemente il figlio di sei anni. Un colpo ha raggiunto anche il fratello della donna, un uomo di 34 anni che lavora in una ditta di marmi della zona. Alla tragica scena hanno assistito anche le due gemelline, che però sono state risparmiate dalla furia omicida dell'uomo.

Solo domani mattina gli inquirenti, che stanno ancora interrogando Claudio Soresinetti, spiegheranno in una conferenza stampa la dinamica del fatto di sangue e forse le motivazioni.

Al momento non si sa se l'uomo sia arrivato da Cremona poco prima della sparatoria o se avesse già raggiunto i suoi familiari nella casetta di montagna per trascorrere con loro il Ferragosto. Da indiscrezioni emerge che il rapporto tra Claudio Soresinetti e Aurelija fosse in crisi e per questo lei si sarebbe allontanata. Pare però l'appartamento a Ronzo Chienis sia stato affittato da entrambi. Quello che si sa è che ieri sera la guardia giurata aveva con sè numerose armi. Erano quasi le 20 quando i vicini di casa hanno udito numerosi spari: otto-nove dicono. Subito hanno chiamato i carabinieri dicendo che c'erano due morti e un ferito.

Poco dopo è arrivato l'elicottero del 118 Trentino Emergenza che ha portato il bambino e il fratello di Aurelija all'ospedale di Rovereto. Le loro condizioni, soprattutto quelle del piccolo, sono apparse subito gravissime.

Nel frattempo era scattata la caccia all'uomo. Subito dopo aver sparato, Soresinetti aveva infatti preso la sua auto, un'Alfa 166, e si era dileguato. E' stato bloccato più tardi dai carabinieri nei pressi di Mori. Si è arreso senza fare resistenza. In auto c'erano le pistole, tra cui quella con cui aveva sparato.

(13 agosto 2007)
 
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236 replies since 8/6/2007, 14:00   12989 views
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