LE VOCI DELLA CURVA, .."intervista" dopo i fatti di Catania..

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Genoa1893
view post Posted on 6/3/2007, 20:31




CITAZIONE (Pitote @ 6/3/2007, 19:58)
CITAZIONE
sono dell'opinione che sarebbe potuto succedere ovunque

secondo me no, perlomeno non in quelle proporzioni (che ad esempio a genova ci sono state nel 95 e nel 2001).
al sud generalmente con qualche eccezione in alcune oasi al nord, le forze dell'ordine sono viste in una certa maniera, non proprio benevola diciamo, non solo dagli ultras, dai "devianti", dai marginali, ma anche da buona parte della gente "perbene", della borghesia cittadina.
al nord situazioni come queste sono l'eccezione (ci sono delle belle eccezioni anche nel profondo nord, fortunatamente), in generale le forze dell'ordine sono ben viste e hanno sempre e comunque ragione, a prescindere da ciò che fanno, a prescindere dal fatto che alti dirigenti spaccino droga. c'è una generale accettazione, un generale consenso, un appoggio quasi costante a qualsiasi operazione delle forze dell'ordine. fortunatamente, nella tragedia che è stata, il g8 ha aperto gli occhi su certe cose a molte persone "perbene" nella nostra città, soprattutto in un quartiere come la foce...

ritengo anche interessante l'articolo postato dalla peggio gioventù (uno dei pochi di questo forum che riesce a uscire dalla banalità molto spesso anche se onestamente ammetto che mi riuscirebbe difficile mettere in pratica certe cose (e credo a chiunque abbia fatto politica in una certa maniera, da una parte e dall'altra)

sono d'accordo sul fatto che le forze dell'ordine (?) al sud possono essere viste in modo diverso che al nord però non mi sembra che la gente che ha preso parte agli scontri di Catania fosse gente "normale"..erano ultras e persone che ruotano intorno all'ambiente, tant'è che i cittadini comuni si sono distaccati dal gesto condannandolo.
non ho sentito nessuno di loro dire: "eh però la polizia.." ma solo dare dei "teppisti" e parole del tipo: "oggi mi vergogno di essere catanese"
forse a Milano non sarebbe potuto succedere..ma se penso a città come Genova, Verona, Torino, Roma, Napoli, Firenze..le possibilità, a mio parere, ci sono eccome.
 
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Ombra sul molo
view post Posted on 7/3/2007, 00:33




CITAZIONE (Grifoni*Ovunque @ 6/3/2007, 13:29)
Ombra,
e' solo un intervista a tre ragazzi non ha certo la pretesa di essere un documento nel quale certe dinamiche possono essere venir analizzate con una certa "precisione", questo non toglie secondo me l'interesse su alcuni argomenti che emergono dall'intervista setssa.
Al contrario invece della miriade di banalita' ,di aspetti forvianti e soprattutto di ipocrisia che i media in generale hanno dato in pasto al grande pubblico, meglio chiamato all'utente di turno.
Ci sono delle premesse che sono quelle di sempre, il calcio non e' un giocattolo a parte e' parte integrante del sistema capitalista, dove lo spettacolo e' business prima di ogni altra cosa.
Questi anni sono stati un po' movimentati ma che cosa possono aver insegnato se non che il sistema calcio e' spesso basato sulla truffa, la corruzione, la frode, insomma tutti gli ingredienti tipici di ogni crisi capitalistica, perché di ciò in realtà si tratta, e non solamente di campionati il cui risultato finale (Moggi docet) e' in qualche modo predefinito.
Hanno fermato tutto per quanto? una due giornate e poi? nessun problema per la partita, del tifoso e della pssione possiamo fare a meno, c'è sempre la televisione con i suoi canali a pagamento, i suoi introiti, il suo baraccone mediatico e il pubblico incollato alla poltrona.
Torniamo a Catania, pochi giorni prima dei "fatti" il Sole 24(noto quotidiano rivoluzionario :D ) "premiava" Catania come come capoluogo dove si vive peggio in Italia, beh possiamo trascurare questo dato?
E' vero, la "tragedia" di Catania sarebbe potuto accadere ovunque, ma non in quel modo,..ma da quanto visto attraverso le immagini e attraverso i racconti emerge che a Catania c'e' stata una vera e propria guerriglia urbana, e quindi come non inserire e "paragonare" con le dovute distanze e differente le periferie "siciliane" a quelle francesi.
Anni or sono migliaia di giovani del sud si spostavano al nord (D'italia e non solo) in cerca di lavoro e spesso ci riuscivano, un bel po' di anni prima (i1913) per farti degli esempio si inizio' con 20mila giovani (quasi sempre meridionali ) mandati "liberamente" a lavorare nei lager delle miniere dell'est dell francia e del belgio.
Oggi lo stesso "capitale" che gli permetteva di poter lavorare a torino in Fiat (esempio) preferisce per ovvi e inscindibili motivi economici "trasferirsi in brasile piuttosto che in polonia piuttosto che come hai scritto tu in cina o in india.
Ecco qundi che quando parli di "immigrazione di massa" non puoi distaccarla dall'analisi del sistema stesso che la produce, non e' forse la poverta' che costringe gli uomini ad abbandonare la loro terra non e' la stessa poverta' che fa comodo a chi ha bisogno di ingente bisogno di manodopera a basso prezzo e sfrutta magari per altro le stesse terre di provenianza?

Sicuramente andato OT ma inevitabile ;)

Da dove comincio... allora premetto (per correttezza) che non studio queste materie e parlo solo per quella che è la mia esperienza.

Le interviste dell' articolo "servono" a chiarire che gli scontri con la polizia non sono legati a problemi di tifo o di pallone. Siccome sui media a grande diffusione si leggono ipocrisie spaventose, dal punto di vista del "fare informazione" è già un bel passo avanti. Questo lo riconosco.
Però le "realtà impresentabili" che ai media nazionali si accusa di nascondere quì al contrario mi sembra vengano sopravvalutate e gonfiate di proposito per portare acqua alla tesi della crisi capitalistica vista come causa del dilagante degrado.

Ed è quì che ci si perde in un passaggio che non mi convince affatto.

Cioè abbiamo detto che gli scontri tra tifoserie e forze dell' ordine non dipendono da dinamiche sportive ma dinamiche di tipo sociale e di classe. E fin quì ben detto. Per me è ovvio, ma non è così per media importanti quindi giusto scriverlo e forse nemmeno così banale come sembra a me.

Dove però il discorso si fa artificioso e "casca l' asino" è quando mi si presenta questa classe sociale come una entità in crescita:

CITAZIONE
non sono sottoproletari residui di un qualche processo di modernizzazione destinati ben presto a estinguersi e neppure quote minimali di una qualche nuova forma di esclusione sociale radicale ma corpose avanguardie di una condizione sociale, culturale ed esistenziale, dei mondi contemporanei.

In queste tre righe, si sancisce un dogma, su cui ci basa per fare le valutazioni sucessive. Ma io non sono assolutamente d' accordo con questa idea, e quindi con le considerazioni che seguono.
avanguardie di una condizione sociale? Non direi proprio, io vedo persone che, per condizione sociale/familiare, non hanno avuto opportunità e provano rabbia di fronte ad un mondo che gli viene presentato (in televisione per esempio) come il paese del bengodi.
Vedo persone che vengono da scenari disastrosi e che si trovano inseriti in un sistema senza avere i requisiti di funzionamento che il sistema cerca di creare per chi è al suo interno, cioè una istruzione.

E' vero che l' immigrazione non si può distaccarla dal sistema in una analisi. D' altra parte è complessissimo parlarne ma il punto è che il sistema è chiuso quindi per funzionare ha bisogno di equilibrarsi. L' immigrazione produce questo equilibrio togliendo risorse a "noi" e spostandolo in aree che del capitalismo hanno conosciuto principalmente la faccia colonialista e sfruttatrice.
Per questo io vedo il sistema tutt' alltro che in crisi (se per crisi intendiamo qualcosa che ne possa comportare la sconfitta e il collasso) anzi è in espansione verso nuovi giganteschi mercati, cosa di cui ha bisogno per fare fronte alle sua principali vulnerabilità, e perciò direi che scoppia di salute.
La manodopera a basso costo tende a essere sostituita dalle apparecchiature tecnologiche perciò quello di cui il capitalismo avrà bisogno saranno professionalità qualificate.

Penso che una politica socialista, pur con i limiti della corruzione che inevitabilmente la accompagna tenda a raddrizzare il sistema la dove crea storture inaccettabili e, considerando archi di tempo lunghi, lo migliori.
 
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Grifoni*Ovunque
view post Posted on 7/3/2007, 18:33




Per quanto riguarda le citta', penso che l'esistente inteso come una serie di condizioni sociali ed economiche determini anche tensioni e dinamiche ( in questo caso da stadio ) piu' o meno variabili.
Scontri ce ne sono stati in tutta italia e quindi il morto poteva capitare ovunque, ma quello che e' successo a Catania come ho gia' ribadito va oltre, ecco perche direi Napoli piu' che Milano, Palermo piuttosto che Firenze , e/o Catania invece che Genova.....per fare degli esempi banali.
Solo da condizioni oggettive che certi "comportamenti" nascono e si alimentano, una ragionamento che per forza di cose passa dalle periferie parigine fino anche ad arrivare a Catania, come ripetuto, con le debite distanze e differenze.

Ombra,
credo che la tua ultima frase (che riporto) mi trova cosi' lontano, come ... come la distanza che ci separa dai doriani, e non parlo dei cento metri durante i derby :P
Penso che una politica socialista, pur con i limiti della corruzione che inevitabilmente la accompagna tenda a raddrizzare il sistema la dove crea storture inaccettabili e, considerando archi di tempo lunghi, lo migliori
Il sistema, non e' assolutamente riformabile, due guerre mondiali avrebbero dovuto "insegnarlo", invece la chimera l'illusione riformista e/o progressista della ridistribuzione del reddito dellle risorse del "finto" benessere cade miseramente e ovunque.
Pochi giorni fa mi sembra a parigi, i grandi della terra hanno parlato per giorni dei problemi ambientali, senza mai affrontare la madre di questi, il capitalismo stesso e la sua logica del profitto, e soprattutto chi guida la produzione di questa logica e quindi delle "merci".
Mi parli di storture inaccettabile come se queste si potessero risolvere attraverso una concezione permettimi "psudoreligiosa" dove magari o per grazia ricevuta gli "uomini buoni bravi onesti", insomma quelli di buona volonta cambieranno/salveranno il mondo, beh nulla di piu' falso, queste "disgrazie" non nascono dalla cattiva volontà del singolo, ma i disastri ambientali dimostrano che e' proprio lo stesso processo di accumulazione che li genera e fino a quando puo', li alimenta e li sotiene, oggi qui domani al di la del confine dopodomani in un altro continenete e fra 20 anni di nuovo qui.
Massimizzare il proprio profitto e' una legge intrinseca al capitale stesso,l'economia ce lo insegna e la storia dimostra che per questo dogma si e' pronti a tutto, affamare miliardi di proletari, scatenare guerre in ogni angolo del pianeta e perfino distruggere come le ultime "catastrofi" ambientali dimostrano l’eco sistema terrestre.
Beh dai troppo sono andato troppo OT mi autocensuro da solo il resto... :*rosso*: :lol:

ps
Dimenticavo, di dirti che la tua mi trovava sostanzialmente d'accordo.. mi sembra ovvio invece che rivolgiamo le speranze a "prassi" ben diverse..
 
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Ombra sul molo
view post Posted on 8/3/2007, 00:34




CITAZIONE (Grifoni*Ovunque @ 7/3/2007, 18:33)
mi sembra ovvio invece che rivolgiamo le speranze a "prassi" ben diverse..

Sì.. La storia insegna cosa diverse a seconda di come la si guarda, ad esempio io posso vedere la seconda guerra mondiale come il collasso di un sistema capitalistico o come il risultato di esperienze di socialismo rivoluzionario.
O come frutto delle due situazioni combinate.

Il sistema ha diverse facce, non solo quella liberista e modelli diversi dimostrano che una riformabilità è possibile. In paesi come Danimarca, Svezia, Finlandia, Belgio redistribuzione ed ecologia sono qualcosa di più di due belle parole di cui fare sfoggio in campagna elettorale. Certo sono solo microcosmi, e sono molto lontani dall' essere perfetti ma in quei paesi la distanza di condizione tra le classi diminuisce, pur all' interno della logica di mercato. E' pure vero che affiorano elementi di "incompatibilità" con il resto del sistema (ma risolvibili governando bene) e che sembra tutt' altro che facile che quel modello si imponga globalmente, ma questo lo deciderà ...il mercato ( :o: ) Voglio dire che il mercato non può rimandare ancora per molto i conti con l' ambiente e, in colpevole ritardo, i "costi ecologici" hanno iniziato a pesare sui bilanci, per ora in modo marginale ma lo dovranno fare sempre di più e sarà il sistema stesso a imporlo. Se governato bene lo imporrà prima.

La discussione mi appassiona ma giustamente quì siamo ben oltre l' OT :) e poi non ho neanche la competenza per affrontare con sicurezza temi così complessi.




P.S. Ma soprattutto se continuassimo rispunterebbe sicuramente Connor... :ph34r:
:P

Edited by Ombra sul molo - 8/3/2007, 09:12
 
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Quartieri Popolari
view post Posted on 9/10/2009, 13:53




CITAZIONE (Genoa1893 @ 6/3/2007, 21:31)
forse a Milano non sarebbe potuto succedere..ma se penso a città come Genova, Verona, Torino, Roma, Napoli, Firenze..le possibilità, a mio parere, ci sono eccome.

quoto ma ci aggiungo anche citta' come livorno spezia
 
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19 replies since 5/3/2007, 11:30   1368 views
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